Mi chiedo spesso quale sia il senso profondo di quelle che facciamo in Fondazione.
Intendo oltre il danaro, oltre i prestiti che spesso si rivelano inutili
Oltre gli ascolti che a volte avrebbero bisogno di diventare alleanze profonde
Oltre le pratiche che prepariamo con minuzia e attenzione, oltre le fotocopie, gli archivi, i documenti
Oltre le stanze che abitiamo e che certi giorni sono faticosissime ed altri profumano di festa
Oltre tutto questo. Alla fine, perché siamo qui? Perché lo facciamo?
Da qualche mese, è come se improvvisamente mi fossi accorta che il senso infondo è uno solo: imparare ad amare, ad uscire da me stessa e sporgermi verso un altro. L’amore dunque è un gesto, una postura, una modalità.
E’ per questo che cerchiamo palestre in cui imparare, consapevoli che, come disse un monaco tanti anni fa, non impareremo mai veramente: siamo tutti balbuzienti, principianti dell’amore, disse.
Così il primo amore che proviamo a vivere e esercita è quello fra di noi.Allora a volte ci fermiamo e passiamo qualche ora assieme, senza telefono, senza cose da fare
In una Stabia che, anche sotto la pioggia, è bellissima…
Annalisa D’Amora