La nostra storia

“I nostri Fondatori”

Exodus’ 94 nasce per iniziativa dell’avv. Luigi de Simone  e mons. Felice Cece: fin dall’inizio la Fondazione ha una doppia anima laica ed ecclesiale.

L’avv. De Simone nel suo lavoro aveva incontrato molte persone schiacciate nella morsa dell’usura da questi incontri e dall’alleanza con la sensibilità del arcivescovo Cece prende le mosse la spinta contro il prestito usuraio che si iscrive nella tradizione cristiana come “segno di carità e di giustizia”, come “annuncio di legalità”, come “esperienza di comunione” .

Alla doppia anima della fondazione corrisponde anche una capacità della stessa di servire ora esigenze delle parrocchie, ora dei comuni e degli enti pubblici, tutto al solo fine di raggiungere e sostenere le persone e farsi prossimi alle loro esigenze concrete.

La Fondazione legata al territorio dell’arcidiocesi svolge la sua attività  al servizio di 15 comuni con realtà e peculiarità differenti.


“Il 17 marzo 1994”

Viene costituita la Fondazione grazie all’intervento di ventidue soci fondatori. Ciascun socio versa la somma di almeno un milione di lire per costituire il fondo che permetterà ai soci di lavorare concretamente (in quegli anni non esistevano ancora i fondi statali per la prevenzione all’usura). Fra i soci fondatori sono annoverati tre parrocchie, un’arciconfraternita, quattro comuni, l’Azione Cattolica e vari laici sorrentini e stabiesi. Questi fondi che costituiranno la spinta iniziale venivano implementati grazie alle raccolte nelle parrocchie che la Fondazione promuoveva.


“L’Attività: prevenzione all’usura”

La Fondazione lavora per più di 25 anni nei locali della Caritas Diocesana collaborando a stretto contatto con questa, ma differenziandosi dalla stessa nel tipo di servizi e competenze. La Caritas svolge assistenza e sostegno a soggetti non abbienti, la Fondazione nasce come ente di erogazione di prestiti. In un primo periodo la Fondazione si fa vicina a persone con gravi situazioni di usura nel territorio stabiese e sorrentino.

Agli inizi degli anni 2000 la tipologia delle persone che giungono agli sportelli della Fondazione è sensibilmente cambiata: ai soggetti usurati, si vanno aggiungendo persone che sono caduti nell’usura a causa del gioco d’azzardo o persone che hanno contratto numerosi debiti con finanziarie che non sono più in grado di onorare.


Ludopatia e Sovraindebitamento

E’ da queste nuove esigenze che nascono due nuovi servizi che la fondazione offre.

Nel 2018 nasce il gruppo ludopatici che si occupa della dipendenza da gioco d’azzardo. Dietro la difficoltà economica è nascosta una vera e propria malattia assimilabile alle dipendenze tradizionali. In questi casi la risoluzione della sofferenza debitoria non si ottiene con il semplice ripianamento del debito, ma migliorando la condizione personale. Nasce così un programma di svincolo dalle dipendenze che prevede la presa in carico del paziente e della sua famiglia attraverso un percorso strutturato in vari fasi e livelli. I riferimenti teorici del percorso fanno capo all’Analisi Transazionale e alle Terapie Sistemico-Relazionali.

Nel 2012 nasce la legge sul sovraindebitamento che fornisce uno strumento per la composizione delle posizioni debitorie e che la Fondazione promuove ed utilizza per risolvere ed aiutare famiglie che spesso sono oberate da numerose finanziarie. La Fondazione dispone di un team legale che accompagna ed elabora i piani del consumatore ed un team sociologico che somministra un programma di gestione delle risorse economiche alle famiglie.


Il Nostro Gioco

Appare evidente tuttavia che tutte le persone che giungono in Fondazione sono “malate di danaro”, sono malate nel loro rapporto col danaro.

E’ da questa costatazione che nel 2010 inizia la sensibilizzazione ad un uso consapevole del danaro che si realizza con attività nelle scuole e nelle parrocchie e diventerà poi una scatola gioco: “la vita giocatevela bene”. A cominciare dai bambini e dai ragazzi, ma coinvolgendo anche adulti e giovani, proponiamo un gioco che stimoli ad una riflessione sull’uso del danaro e sul ruolo che esso ha nella nostra società, nella nostra cultura e come talvolta divenga strumento di definizione identitaria oltre che di potere.


“I nostri primi 25anni”

Nel 2019 la Fondazione festeggia i suoi 25 anni di attività. Questo anniversario diviene l’opportunità per riflettere e far riflettere. Vengono organizzati tre convegni in tre luoghi topici del territorio su cui lavora la Fondazione Exodus’94: Sorrento, Castellammare di Stabia e Sant’Antonio Abate: in maniera diversa i tre convegni propongono piste di dibattito su usura, sovraindebitamento e gioco d’azzardo. Vi partecipano esponenti della politica, studiosi e cittadini che scambiano idee e sinergie. Viene proposto anche un concorso per i ragazzi delle scuole superiori che realizzano video e lavori sull’uso consapevole del danaro.


Operazione Zarepta

"Elia venne inviato presso la casa di una vedova in Zarepta di Sidone e le chiese del cibo. Lei rispose che aveva solo un pugno di farina, con cui avrebbe impastato l’ultima pagnotta e che poi lei e suo figlio sarebbero morti. Elia dice alla donna di impastare il pane e che ne avrebbero mangiato lei, il figlio ed il profeta e che la farina non sarebbe finita fino alla fine della carestia e così avvenne."

Nel 2020 durante la pandemia Exodus’94 è vicina agli ultimi con l’operazione Zarepta. Nel grave momento di crisi causato dal Coronavirus abbiamo ritenuto più che mai necessario il nostro supporto economico a chi non aveva altri canali di prestito perseguibili. La Fondazione ha garantito circa 100 prestiti senza interessi con la possibilità di iniziare la restituzione a partire dal sesto mese successivo all’erogazione. Una possibilità concreta che ha sostenuto numerose famiglie.


Apertura della “Nuova” sede

Il 21 settembre 2022, viene inaugurata ed occupata la nuova sede della Fondazione, collocata negli appartamenti del Arcivescovo Cece.
La nuova sede significa tante cose. Prima di tutto è un dono grande: ci trasferiamo in una piccola parte degli appartamenti in cui ha vissuto uno dei nostri fondatori: l’Arcivescovo Felice Cece. Il dono di questo spazio che l’arcivescovo Francesco e l’arcidiocesi hanno voluto farci, ci lega idealmente al nostro fondatore e ci pone per sempre sotto la sua protezione. Una nuova sede non è solo un nuovo spazio ma per noi è anche la sfida di un nuovo modo di essere Fondazione: più bello, più simile alla Chiesa madre. Sogniamo di diventare una comunità di fratelli che accoglie fratelli stanchi e feriti. Anche noi siamo feriti e stanchi: Sogniamo che le ferite divengano luogo di incontro. Sogniamo di diventare fecondi nel cuore di Castellammare di Stabia. Sogniamo di non distribuire solo soldi ma anche sostegno, speranza, idee, cultura. Sappiamo che questi sogni sono faticosi e a tratti impossibili è per questo che non vogliamo sognarli da soli.